Interpretare una cerimonia nuziale

Questa settimana mi è capitato di fare da interprete in un contesto che ancora non avevo sperimentato: una cerimonia nuziale. E’ stata un’esperienza molto interessante e stimolante, sia dal punto di vista linguistico che da quello della gestione dell’interazione. Mi spiego meglio.

Dal punto di vista linguistico per interpretare un matrimonio (religioso) bisogna avere familiarità con i testi biblici, le preghiere e le formule utilizzate durante il rito in entrambe le lingue con cui stiamo lavorando. Non è un’impresa facile perché generalmente non usiamo la terminologia religiosa nella vita di tutti i giorni e perché la sintassi utilizzata nei testi sacri è generalmente più ampollosa di quella comune.

Però ci sono alcune buone notizie. La prima è che gran parte della cerimonia nuziale segue uno schema prevedibile (scambio degli anelli, eucarestia, Padre Nostro, ecc.), quindi possiamo preparaci in anticipo. La seconda buona notizia è che la Bibbia è il libro più venduto e tradotto al mondo, quindi abbiamo a disposizione una grandissima quantità di materiale da cui prendere tutto ciò che ci occorre praticamente in tutte le lingue del mondo.

C’è però una parte della messa che (almeno si spera) è unica per ogni cerimonia: l’omelia del sacerdote. Solitamente durante l’omelia vengono ripresi ed ampliati i concetti che sono stati introdotti durante la lettura del Vangelo, ma ogni sacerdote ha il suo estro, quindi è sempre utile saggiare il terreno e provare a chiedergli prima dell’inizio della cerimonia qualche anticipazione.

Dal punto di vista della gestione dell’interazione, la parte più impegnativa è svolgere il lavoro per cui siamo stati chiamati cercando di fare da terzo incomodo il meno possibile, compito molto arduo se, come nel mio caso, lavoriamo con la tecnica dello chuchotage o interpretazione sussurrata, che impone di essere a pochi centimetri dal committente. Non dobbiamo mai dimenticare che il matrimonio è una giornata unica per gli sposi e visto che non è il caso di comparire su tutte le fotografie, per non essere d’intralcio può essere utile fare qualche passo indietro quando non c’è bisogno di tradurre (ad esempio al momento dello scambio degli anelli).

Un altro compito che potremmo essere chiamati a svolgere è di natura più interculturale. In fatto di matrimoni le tradizioni variano moltissimo e potremmo dover intervenire per spiegare una certa tradizione agli ospiti stranieri che non stanno capendo cosa succede. Nel mio caso, lo sposo era americano e in quanto tale si aspettava di essere accompagnato all’altare dalla nonna, ma nel momento in cui stava per attraversare la navata insieme alla nonna si è reso conto che non c’era nessuno a guardarlo perché gli invitati (italiani, quindi ignari della tradizione che stava seguendo) erano tutti fuori ad aspettare l’arrivo della sposa, come da tradizione in Italia.

Per chi dovesse ritrovarsi alle prese con questo tipo di incarichi, ecco i miei consigli:

  • chiedere in anticipo agli sposi il libretto del matrimonio o comunque le letture e le formula scelte
  • concordare con gli sposi esattamente quali parti della cerimonia vogliono che traduciamo
  • verificare la pronuncia dei nomi che compaiono nei testi sacri (apostoli, libri della Bibbia, ecc) nella lingua straniera
  • sarebbe utile imparare a memoria le preghiere più comuni per evitare di leggere sempre dai nostri appunti durante la cerimonia
  • parlare col prete prima dell’inizio della cerimonia per chiedergli anticipazioni sull’omelia e per invitarlo a non parlare troppo velocemente
  • studiare la nostra postazione (sia per quando gli sposi sono seduti, sia quando sono in piedi)

Per chi volesse un po’ di materiale, ecco qualche link:

Infine, ecco il link al mio glossario ancora in divenire italiano-inglese con formule liturgiche relative al matrimonio e altri termini biblici.

Emanuela Cardetta
Emanuela Cardetta

Sono un’interprete di conferenza e traduttrice di italiano, inglese, francese e slovacco. Il mio lavoro è aiutare persone che non parlano la stessa lingua a comunicare tra loro in maniera efficace.

Chi sono
4 Comments
  • Cinzia Turrini
    Posted at 19:53h, 20 Ottobre Rispondi

    Ciao Emanuela,
    complimenti per questo interessantissimo post e grazie per avere condiviso le tua esperienza. In Germania capita spesso di dover interpretare cerimonie nuziali con rito civile: in questi casi (e per gli incontri preliminari all’Ufficio di Stato Civile) è sicuramente utile andare a rivedere gli articoli del Codice Civile in materia (per esempio sui diritti e doveri dei coniugi).

    Un abbraccio da Colonia,
    Cinzia

    • Emanuela Cardetta
      Posted at 15:05h, 21 Ottobre Rispondi

      Ciao Cinzia, grazie mille del tuo commento! E’ molto utile! Visto che è un ambito che conosci ti chiedo una curiosità: nel caso delle cerimonie civili in Germania solitamente le formule sono standard o vengono personalizzate dal celebrante per ogni matrimonio?

      • Cinzia Turrini
        Posted at 23:52h, 04 Novembre Rispondi

        Ciao Emanuela,
        scusami per il ritardo con cui ti rispondo. La cerimonia nuziale civile in Germania dura mediamente sui 30 minuti e segue una scaletta ben definita. Il funzionario di Stato Civile celebrante inizia con un indirizzo di saluto agli sposi, ai testimoni (se ci sono, in Germania infatti non sono più obbligatori) e agli ospiti e prosegue poi con un messaggio più personale rivolto agli sposi. Questo “discorso” può essere più o meno personalizzato a seconda del comune in cui ci si sposa. Nelle grandi città come Colonia o nei comuni più “gettonati” dagli sposi (come ad esempio Heidelberg, che ha un bellissimo castello), in una sola mattinata si celebrano anche fino a 10 matrimoni per cui i discorsi del celebrante tendono ad essere piuttosto generali, dal momento che non conosce gli sposi (spesso vengono citate poesie, canzoni…). Nei comuni più piccoli, invece, spesso i nubendi hanno la possibilità di incontrare il funzionario di Stato Civile che li unirà in matrimonio qualche settimana prima e di definire a grandi linee la cerimonia: in questi casi, il discorso è più personalizzato, a volte anche con aneddoti divertenti sulla coppia ecc. Le formule del rito civile in sé sono standard: il celebrante si accerta dell’identità dei nubendi, della loro capacità matrimoniale e domanda loro singolarmente se intendono contrarre matrimonio. Se entrambi rispondono affermativamente, li dichiara uniti in matrimonio. Seguono le congratulazioni di rito e la cerimonia si conclude con la lettura dei dati che verranno iscritti nell’atto di matrimonio (che gli sposi dovranno firmare).
        Su YouTube ci sono tantissimi video con spezzoni di matrimoni: una risorsa molto utile per noi interpreti se vogliamo farci un’idea di ciò che ci attenderà. 🙂

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