Nei 10 mesi passati in Slovacchia mi è capitato più volte di constatare che una delle tematiche più “calde” e controverse è la “questione rom”. Ho avuto la possibilità di affrontare questo tema con persone di diverso orientamento e formazione e mi sono resa conto che la questione è estremamente complessa e multisfaccettata e non è possibile trarre una conclusione netta.
Quello che è certo è che la convivenza non è sempre serena. Personalmente, ho l’impressione che le differenze sociali e culturali, che già da sole costituiscono un elemento di divisione, siano esacerbate da alcuni stereotipi radicati e spesso lontani dalla realtà. Ecco alcuni dei più frequenti: i rom non vogliono lavorare, fanno tanti figli solo per ricevere soldi dell’assistenza sociale, i bambini abbandonano la scuola e i genitori non fanno niente perché ci vadano, i rom rubano, ecc. Questa percezione stereotipata negativa però, convive con un’altra ben più positiva che associa alla comunità rom uno spiccato genio artistico, in particolare in campo musicale: cito ad esempio due gruppi musicali di origina orgogliosamente gitana, Cigánski diabli e Diabolské husle, che in Slovacchia hanno moltissimo successo.
Ma quanto numerosa è la minoranza rom in Slovacchia? La comunità rom è distribuita in misura variabile sul territorio slovacco. A livello nazionale non ci sono cifre definitive che attestino il numero di abitanti di etnia rom, poiché nei censimenti viene chiesto ai cittadini di segnare l’etnia alla quale “sentono” di appartenere. Inoltre, alcuni sono di origine mista. L’ultimo censimento (2011) ha riportato come percentuale ufficiale il 2%, mentre le stime ufficiose riportano una percentuale del 10%. La comunità più consistente è concentrata a Košice, la seconda città del Paese, nell’est della Slovacchia, in particolare nel tristemente noto quartiere Luník IX.
Questa settimana, grazie al mio progetto del Servizio Volontario Europeo, ho avuto l’opportunità di entrare a contatto con la minoranza rom di Veľký Meder, un paese di 9.000 abitanti nel sud della Slovacchia, a confine con l’Ungheria. A Veľký Meder la maggioranza della popolazione (85%) è di nazionalità ungherese: questo vuol dire che le insegne dei negozi, le indicazioni stradali e tutto il resto sono sia in slovacco che in ungherese e che ci sono scuole ungheresi e scuole slovacche. La stragrande maggioranza dei residenti è di madrelingua ungherese ed alcuni di loro non parlano affatto la lingua slovacca.
Il mosaico culturale della cittadina è reso ancora più vivace dalla presenza di una consistente comunità rom. Anche in questo caso le cifre ufficiali non sono molto utili: riportano una percentuale inferiore all’1%, ma potrebbero essere significativamente più elevate.
Grazie al mio progetto, dunque, ho passato una settimana nel centro giovanile di Veľký Meder, durante la quale ho avuto la possibilità di parlare con molti ragazzi rom che frequentano regolarmente il centro e che sono stati felici di aprirmi le porte alla loro lingua e alla loro cultura.
Per non rendere questo post troppo lungo per oggi mi fermo qui, ma nel prossimo post mi concentrerò sulla lingua e la cultura rom. A presto!
Pingback:La minoranza rom in Slovacchia (seconda parte)
Posted at 22:48h, 19 Luglio[…] ← La minoranza rom in Slovacchia (prima parte) […]
Pingback:La minoranza rom in Slovacchia (seconda parte)
Posted at 13:05h, 07 Agosto[…] ← Previous Next → […]