Come riconoscere il “cliente perfetto”

Il 2015 finisce domani e, per chiudere in bellezza, oggi vorrei fare un tributo al “cliente perfetto”, a mo’ di rito propiziatorio per augurare a tutti i colleghi interpreti/traduttori e a me stessa di averne molti nel 2016. Il “cliente perfetto” è quella tipologia di committente in grado di risollevare le sorti della nostra giornata, anche quando abbiamo appena avuto i conteggi delle tasse dal commercialista o quando abbiamo passato la notte in bianco per consegnare una traduzione. Non è facile trovare il “cliente perfetto”, ma quando lo si trova, è bene coccolarlo e non lasciarlo scappare.

Ma come si riconosce questa specie in via di estinzione? Ecco i tratti che lo contraddistinguono in modo inequivocabile.

  1. Ti tratta come un professionista, ossia si affida a te perché sa che tu hai le competenze necessarie a fornire il servizio richiesto
  2. Risponde prontamente 
  3. Risponde educatamente
  4. Coopera, rispondendo alle tue domande o richieste di chiarimento (ad esempio rendendosi disponibile ad un briefing prima di un convegno)
  5. Fornisce le informazioni richieste (nel caso di convegni il programma dei lavori, eventuali presentazioni o relazioni di incontri precedenti)
  6. Ti assicura adeguate condizioni di lavoro (microfono, cuffie e cabina di qualità per interpretazioni e scadenze umane per le traduzioni)
  7. Ti paga il giusto (non cerca spasmodicamente di risparmiare fino all’ultimo centesimo possibile e riconosce il valore del tuo lavoro)
  8. Ti fornisce la terminologia tecnica quando ce l’ha
  9. Ti fornisce un riscontro: positivo, se ha apprezzato il tuo lavoro, o negativo (ma in questo caso motivato) per darti la possibilità di dare chiarimenti e/o migliorare
  10. E ovviamente, paga nei termini concordati

Auguro a tutti un 2016 pieno di “clienti perfetti” e di soddisfazioni personali e professionali!

 

Emanuela Cardetta
Emanuela Cardetta

Sono un’interprete di conferenza e traduttrice di italiano, inglese, francese e slovacco. Il mio lavoro è aiutare persone che non parlano la stessa lingua a comunicare tra loro in maniera efficace.

Chi sono
4 Comments
  • lituopadania
    Posted at 10:52h, 30 Dicembre Rispondi

    Bello il decalogo! Mi piacerebbe sapere, nell’ambito della tua carriera lavorativa, qual è la percentuale di clienti perfetti con cui hai avuto a che fare (se ve ne sono). Sempre secondo la tua esperienza, secondo te i clienti possono essere educati (da noi) a essere perfetti o comunque ad approssimare le condizioni che citi nel post? Su questo punto io sono abbastanza possibilista. Parte del mio lavoro consiste proprio nell’insegnare agli altri a lavorare (più in termini organizzativi che relazionali; quello relazionale è sempre un campo minato da affrontare); devo dire che ho visto miglioramenti, ma allo stesso tempo che si tratta di risultati durissimi da ottenere. Buon anno!

    • Emanuela Cardetta
      Posted at 11:13h, 30 Dicembre Rispondi

      Grazie del tuo commento e del tuo contributo! Se mi dovessi attenere a tutti quanti i criteri che ho proposto, direi che la percentuale dei “clienti perfetti” che ho avuto finora è intorno al 20%. Sono assolutamente convinta che i clienti possano essere educati, anche perché molto spesso sono “imperfetti” perché non sono informati e non sanno che se invece sono “perfetti” hanno un servizio migliore. Buon anno anche a te!

  • Valentina
    Posted at 10:33h, 07 Febbraio Rispondi

    Cara Emanuela,
    sono una tua collega (traduttrice da tedesco e olandese) e concittadina (ma abito in Germania). Sono incappata nel tuo blog per caso, mi è piaciuto molto e mi faceva piacere dirtelo. Ti leggerò sicuramente ancora. 🙂 Un saluto!

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