Vinitaly 2015: perché sì e perché no

Ieri si è concluso il più importante evento dell’anno nel panorama vitivinicolo italiano: la 49° edizione del Vinitaly. Ovviamente non potevo mancare all’appuntamento, che mi ha sorpreso positivamente per alcuni aspetti e negativamente per altri.

5 cose per cui è valsa la pena andare al Vinitaly

  1. La quantità e la varietà dei vini. La maggiore attrattiva del Vinitaly la concentrazione per 4 giorni in un unico luogo di oltre 4.000 espositori (dati del 2014), che vanno dai big del vino, alla minuscola cantina a conduzione familiare, passando per tutte le regioni italiane (tranne 1: la Calabria che fine ha fatto?): si può degustare un ottimo Franciacorta e dopo poco più di 4 passi passare ad un Primitivo di Gioia del Colle.
  2. Guardare in faccia chi fa il vino che bevi. Lo ammetto, forse questa è un’idea un po’ romantica del vino, ma collegare l’etichetta, il profumo ed il sapore di un vino ad una faccia è cento volte meglio che bere un bicchiere dello stesso vino in un’osteria.
  3. I convegni. Da programma erano tutti molto interessanti. Peccato che sia riuscita a seguirne solo uno, “30 lessons in wine communication for Italian brands(qui è possibile scaricare le slide e qui leggere un riassunto, in entrambi i casi in inglese): un incontro estremamente utile e dal taglio molto pratico rivolto alle aziende vitivinicole italiane che vogliono esportare negli Stati Uniti. Non posso però fare a meno di sottolineare l’inappropriatezza della scelta degli organizzatori di non fornire il servizio di interpretazione dall’inglese all’italiano: in un’ora hanno parlato 5 oratori, che a causa del poco tempo a disposizone, logicamente parlavano molto velocemente, con ovvi problemi di comprensione per il pubblico (come ho constatato sentendo i loro commenti).
  4. Le degustazioni. Alcuni vini per essere capiti devono essere corredati da qualche spiegazione e ogni giorno al Vinitaly sono state organizzate le degustazioni più svariate che oltretutto, cosa che non guasta, sono gratuite (basta registrarsi).
  5. Il marketing. Al Vinitaly si presenta all’appello praticamente tutto il popolo del vino (prevalentemente italiano, ma non solo), quindi è un’ottima opportunità per presentarsi e, si spera, intessere relazioni che potrebbero rivelarsi proficue.

5 cose per cui sarebbe stato meglio evitare il Vinitaly

  1. Le code. Prima di andare al Vinitaly bisogna armarsi di santa pazienza perché le code sono sempre una costante: in autostrada, sulla strada dal casello autostradale alla fiera; e poi una volta in fiera: al bar, al bagno, negli stand dei big, ecc.
  2. La confusione. Come ogni fiera che si rispetti, al Vinitaly regna il caos ed un brusio incessante che a fine giornata ti lascia con un fastidioso mal di testa (ovviamente amplificato dal vino), quindi chi ama degustare il vino in un ambiente calmo, silenzioso e senza distrazioni deve fare un bel corso di training autogeno prima di andare a Verona.
  3.  I bicchieri di plastica. (Purtroppo li ho visti davvero). A una certa ora i calici sono tutti sporchi e alcune cantine non se la sentono di rifiutare un bicchiere di vino all’ignaro visitatore e che fanno? Servono quello che dovrebbe essere il frutto di mesi o a volte anni del loro lavoro in bicchieri di plastica che potrebbero far assomigliare un Barolo a una coca cola…
  4. I prezzi. Ogni anno purtroppo il biglietto d’ingresso sembra lievitare. Dai 50€ (per un biglietto giornaliero) dell’anno scorso, quest’anno siamo arrivati a 60€. Sono proprio curiosa di vedere cosa succederà il prossimo anno.
  5. Gli ubriachi. Non è tanto per lo spettacolo impietoso di soggetti rubicondi che camminano a zigzag. Più che altro mi piange il cuore a vedere trangugiare come se fosse coca cola (sì, forse sono un tantino fissata) bicchieri che meriterebbero molta più attenzione.

Foto tratta dal sito di Vinitaly

 

 

Emanuela Cardetta
Emanuela Cardetta

Sono un’interprete di conferenza e traduttrice di italiano, inglese, francese e slovacco. Il mio lavoro è aiutare persone che non parlano la stessa lingua a comunicare tra loro in maniera efficace.

Chi sono
2 Comments
  • SAX
    Posted at 07:51h, 27 Marzo Rispondi

    60 € ??? WOW! E pensare che c’è gente che in Re. Ceca degusta 1200 grappe con 13 € 😉
    Con tanto di stuzzichini.
    http://www.butta.org/?p=17293

    • Emanuela Cardetta
      Posted at 08:34h, 27 Marzo Rispondi

      Beati loro! Il vero problema secondo me è che ci sono persone che vanno al Vinitaly solo per ubriacarsi, ma non sono molto furbi, perché lo possono fare spendendo molto meno e senza avere il fastidio del bagno costantemente inaccessibile per la fila chilometrica.

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