Ieri si è concluso il più importante evento dell’anno nel panorama vitivinicolo italiano: la 49° edizione del Vinitaly. Ovviamente non potevo mancare all’appuntamento, che mi ha sorpreso positivamente per alcuni aspetti e negativamente per altri.
5 cose per cui è valsa la pena andare al Vinitaly
- La quantità e la varietà dei vini. La maggiore attrattiva del Vinitaly la concentrazione per 4 giorni in un unico luogo di oltre 4.000 espositori (dati del 2014), che vanno dai big del vino, alla minuscola cantina a conduzione familiare, passando per tutte le regioni italiane (tranne 1: la Calabria che fine ha fatto?): si può degustare un ottimo Franciacorta e dopo poco più di 4 passi passare ad un Primitivo di Gioia del Colle.
- Guardare in faccia chi fa il vino che bevi. Lo ammetto, forse questa è un’idea un po’ romantica del vino, ma collegare l’etichetta, il profumo ed il sapore di un vino ad una faccia è cento volte meglio che bere un bicchiere dello stesso vino in un’osteria.
- I convegni. Da programma erano tutti molto interessanti. Peccato che sia riuscita a seguirne solo uno, “30 lessons in wine communication for Italian brands” (qui è possibile scaricare le slide e qui leggere un riassunto, in entrambi i casi in inglese): un incontro estremamente utile e dal taglio molto pratico rivolto alle aziende vitivinicole italiane che vogliono esportare negli Stati Uniti. Non posso però fare a meno di sottolineare l’inappropriatezza della scelta degli organizzatori di non fornire il servizio di interpretazione dall’inglese all’italiano: in un’ora hanno parlato 5 oratori, che a causa del poco tempo a disposizone, logicamente parlavano molto velocemente, con ovvi problemi di comprensione per il pubblico (come ho constatato sentendo i loro commenti).
- Le degustazioni. Alcuni vini per essere capiti devono essere corredati da qualche spiegazione e ogni giorno al Vinitaly sono state organizzate le degustazioni più svariate che oltretutto, cosa che non guasta, sono gratuite (basta registrarsi).
- Il marketing. Al Vinitaly si presenta all’appello praticamente tutto il popolo del vino (prevalentemente italiano, ma non solo), quindi è un’ottima opportunità per presentarsi e, si spera, intessere relazioni che potrebbero rivelarsi proficue.
5 cose per cui sarebbe stato meglio evitare il Vinitaly
- Le code. Prima di andare al Vinitaly bisogna armarsi di santa pazienza perché le code sono sempre una costante: in autostrada, sulla strada dal casello autostradale alla fiera; e poi una volta in fiera: al bar, al bagno, negli stand dei big, ecc.
- La confusione. Come ogni fiera che si rispetti, al Vinitaly regna il caos ed un brusio incessante che a fine giornata ti lascia con un fastidioso mal di testa (ovviamente amplificato dal vino), quindi chi ama degustare il vino in un ambiente calmo, silenzioso e senza distrazioni deve fare un bel corso di training autogeno prima di andare a Verona.
- I bicchieri di plastica. (Purtroppo li ho visti davvero). A una certa ora i calici sono tutti sporchi e alcune cantine non se la sentono di rifiutare un bicchiere di vino all’ignaro visitatore e che fanno? Servono quello che dovrebbe essere il frutto di mesi o a volte anni del loro lavoro in bicchieri di plastica che potrebbero far assomigliare un Barolo a una coca cola…
- I prezzi. Ogni anno purtroppo il biglietto d’ingresso sembra lievitare. Dai 50€ (per un biglietto giornaliero) dell’anno scorso, quest’anno siamo arrivati a 60€. Sono proprio curiosa di vedere cosa succederà il prossimo anno.
- Gli ubriachi. Non è tanto per lo spettacolo impietoso di soggetti rubicondi che camminano a zigzag. Più che altro mi piange il cuore a vedere trangugiare come se fosse coca cola (sì, forse sono un tantino fissata) bicchieri che meriterebbero molta più attenzione.
Foto tratta dal sito di Vinitaly
SAX
Posted at 07:51h, 27 Marzo60 € ??? WOW! E pensare che c’è gente che in Re. Ceca degusta 1200 grappe con 13 € 😉
Con tanto di stuzzichini.
http://www.butta.org/?p=17293
Emanuela Cardetta
Posted at 08:34h, 27 MarzoBeati loro! Il vero problema secondo me è che ci sono persone che vanno al Vinitaly solo per ubriacarsi, ma non sono molto furbi, perché lo possono fare spendendo molto meno e senza avere il fastidio del bagno costantemente inaccessibile per la fila chilometrica.