L’ansia da vacanze del freelance

Le vacanze volgono al termine, ma per cercare di prolungare l’atmosfera vacanziera il più possibile, il post di oggi riguarda una patologia del freelance che si manifesta tipicamente in questo periodo: l’ansia da vacanze, detta anche ansia da abbandono del cliente.

I sintomi

Generalmente le prime avvisaglie si avvertono circa una settimana prima della data di partenza programmata, quando il freelance inizia a ricevere incarichi che è costretto a rifiutare perché sa di non poterli terminare in tempo prima della partenza. In questa prima fase il malcapitato freelance solitamente riesce bene o male a tenere sotto controllo l’ansia da vacanze ripetendosi come mantra frasi come queste: “Quest’anno ho lavorato tanto e merito di staccare la spina per un po’” o “Sono certo che il cliente mi rimarrà fedele”, ecc.

Purtroppo però la terapia di autoconvincimento a un certo punto perde efficacia e il primo picco si registra solitamente il giorno prima della partenza, al momento dell’impostazione della risposta automatica in caso di assenza. In quel momento il freelance viene assalito dalle sue più grandi paure: “Ci ho messo tanto a fidelizzare i miei clienti e ora li perderò tutti!”, “Mi offriranno il progetto della vita e una volta rifiutato non tornerà mai più!”. Insomma, prende il sopravvento la nostra vena pessimista.

In questa fase, il colpo di grazia potrebbe essere inferto dall’offerta di un progetto interessantissimo/molto ben pagato/entrambi il giorno prima della partenza. Per i soggetti più vulnerabili la tentazione di ritardare la partenza potrebbe essere fortissima, ma cedere in quel momento equivarrebbe a imboccare la via del non ritorno, quella che porta al mare sotto l’ombrellone col PC portatile sulle gambe. Se non vogliamo ritrovarci in quelle condizioni, è bene giocare d’anticipo.

La prevenzione

Innanzitutto per prevenire l’ansia da vacanze, il freelance dovrebbe tenere sempre a mente dei concetti base.

  • Se ho seminato bene, i miei clienti non saranno motivati ad abbandonarmi per il primo che passa.
  • Il riposo è fondamentale per ricaricare le batterie e fornire un servizio sempre migliore ai miei clienti.
  • E poi non bisogna mai dimenticare la cosa più importante: il lavoro è lavoro, per quanto stimolante ed entusiasmante sia per me, e oltre a quello ho una vita da vivere.

Al di là di questi concetti teorici, ci sono anche delle strategie pratiche che il freelance può mettere in campo per prevenire l’ansia da partenza.

  • E’ fondamentale, nonché molto apprezzato, comunicare l’assenza in anticipo ai clienti più affezionati, in modo tale che possano organizzarsi di conseguenza.
  • Se arriva un progetto appena prima della partenza (in particolare se si tratta di un cliente diretto), piuttosto che limitarsi a rispondere “Non sono disponibile”, è buona norma dare il contatto di un collega. Molti freelance preferiscono non dare ai clienti il contatto diretto di un collega perché temono che il collega possa rubare il cliente, ma io invece credo che ci siano molte più probabilità che il cliente torni da noi se ci prendiamo la briga di soddisfare un suo bisogno (anche se tramite un altro collega), piuttosto che abbandonarlo al suo destino. Senza contare che quando si passa del lavoro ad un collega solitamente il collega ha piacere a ricambiare il favore.
  • Quando invece siamo irreperibili, per evitare che il cliente riceva una risposta automatica che, sì, gli comunica la nostra assenza, ma comunque non risolve il suo bisogno, un’ottima strategia potrebbe anche essere inserire nella risposta automatica in caso di assenza il contatto di un collega (vedere punto precedente). Grazie a questa strategia si può  rispondere immediatamente alla richiesta del cliente anche quando non si è reperibili, ma purtroppo non l’ho ancora testata di persona perché non ho ancora trovato una persona di fiducia e con la mia stessa combinazione linguistica, ma spero di trovarla presto.

E voi avete mai sperimentato l’ansia da vacanze del freelance? Avete altri consigli per superarla?

 

Emanuela Cardetta
Emanuela Cardetta

Sono un’interprete di conferenza e traduttrice di italiano, inglese, francese e slovacco. Il mio lavoro è aiutare persone che non parlano la stessa lingua a comunicare tra loro in maniera efficace.

Chi sono
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