Ansia da consecutiva: come superarla?

Premio Leggimontagna 2021

Ho letto da qualche parte che gli interpreti sono attori mancati. Anche se l’analogia mi sembra un po’ forzata, in effetti anche noi interpreti ci ritroviamo talvolta a dover affrontare l’ansia da palcoscenico. Infatti, diversamente dagli incarichi di interpretazione simultanea, che vengono svolti solitamente all’interno di una cabina insonorizzata posizionata nelle retrovie, nei servizi di interpretazione consecutiva l’interprete è ben visibile (per approfondire la differenza tra interpretazione simultanea e interpretazione consecutiva, ecco un rapido ripasso).

Pur essendo una tecnica ormai poco utilizzata, poiché allunga molto i tempi rispetto alla simultanea, si ricorre ancora alla consecutiva in occasione di incontri bilaterali, conferenze stampa o cerimonie di premiazione. E’ un po’ la croce e delizia di tutti gli interpreti: c’è chi la ama e chi la odia. A me, ad esempio, la consecutiva piace e quando mi vengono offerti incarichi di questo tipo, non li rifiuto a priori (come si può vedere nella foto qui sopra). Riconosco però che prima di un incarico di consecutiva, soprattutto se mi ritrovo su un palcoscenico di fronte a un pubblico numeroso, sento sempre un po’ di emozione. Come controllare l’ansia da consecutiva trasformando un potenziale ostacolo in uno stimolo per lavorare al meglio? Ecco i metodi che funzionano per me.

Preparazione prima di tutto

La preparazione è fondamentale per qualunque incarico di interpretazione, indipendentemente dalla tecnica utilizzata. Sapere di aver studiato l’argomento e la terminologia legate a quell’incarico mi dà una certa sicurezza, ma per gli incarichi di consecutiva occorre anche preparare i simboli che saranno probabilmente necessari. Ad esempio, per un incarico sull’agricoltura sostenibile, ripasso o invento e memorizzo dei simboli per “agricoltore”, “produzione”, “pesticidi”, “api”, ecc.

Sa sa, un due tre prova

Se durante l’incarico so che dovrò utilizzare un microfono amplificato, mi è utile prima dell’inizio fare un piccolo test e dire qualche parola al microfono per abituarmi alla mia voce amplificata (se non si è abituati può davvero essere una fonte di distrazione). Durante il test mi accerto inoltre di sentire bene le persone che dovrò tradurre dalla postazione che mi è stata assegnata.

L’abito fa un po’ il monaco

Anche se è buona norma avere sempre un abbigliamento professionale (non è il caso di presentarsi in cabina in infradito in nessuna circostanza, come spiego in questo post), in vista di incarichi in consecutiva è ancora più importante scegliere un abbigliamento adeguato perché saremo davanti agli occhi di tutti. Non bisogna però cadere nell’eccesso opposto, magari indossando scarpe elegantissime, ma scomode: dobbiamo essere a nostro agio.

Come diceva?

Il bello della consecutiva è che possiamo ascoltare un’intera porzione di intervento prima di tradurre. Sfruttiamo questo vantaggio per soprassedere su dettagli di cui non siamo certi e in caso di dubbi su cose fondamentali, ricordiamoci che abbiamo la possibilità di chiedere chiarimenti.

Uno sguardo rassicurante

Durante le consecutive, guardare il pubblico può incutere ansia, ma per comunicare in maniera efficace è fondamentale mantenere il contatto visivo con chi ci ascolta. A me aiuta molto individuare tra il pubblico una persona che mi sta ascoltando attivamente e con un’espressione rassicurante.

Perché sono qui?

Un’altra strategia che uso spesso per superare l’ansia da consecutiva è pensare che nessuno è lì per giudicare me (timore che probabilmente ci portiamo un po’ tutti dietro dagli esami universitari) e che sono lì per fornire un servizio: alla gente in quel momento non importa di me, non sono lì per decretare se sono brava o meno, ma per capire quello che dice la persona che sto traducendo.

Sono indispensabile

Infine, mi aiuto molto immaginare che senza la mia traduzione nessuno del pubblico capirebbe nulla di quello che dice il/la relatore/relatrice. Non importa se è vero è no, mi basta immaginarlo.

Emanuela Cardetta
Emanuela Cardetta

Sono un’interprete di conferenza e traduttrice di italiano, inglese, francese e slovacco. Il mio lavoro è aiutare persone che non parlano la stessa lingua a comunicare tra loro in maniera efficace.

Chi sono
No Comments

Lascia un commento

Ti è piaciuto questo articolo?
Iscriviti alla newsletter


Loading