Come gestire la cancellazione di un incarico

In questo post vorrei trattare un aspetto poco simpatico della nostra professione: la cancellazione dell’incarico. Partiamo da una situazione tipo (inventata ma realistica).

Il 10 settembre un’agenzia mi contatta per chiedermi la disponibilità per lavorare in simultanea nella cabina italiano<>francese per un convegno sulla politica europea della pesca programmato per il 15 novembre. Io do la mia disponibilità e l’opzione viene confermata in maniera definitiva il 20 settembre. Il 5 ottobre mi contatta un altro cliente che mi propone un altro incarico per tre giornate di lavoro, dal 14 al 16 novembre. La proposta mi tenta, perché sarebbero due giornate di lavoro in più, ma avendo già confermato la mia disponibilità per l’altro convegno ritengo più corretto rinunciare. Nel frattempo, nei giorni successivi inizio a ricevere i documenti relativi al convegno sulla pesca e inizio a prepararmi. Il 12 novembre di punto in bianco l’agenzia che mi ha assegnato l’incarico del convegno sulla pesca mi chiama e mi comunica che la mia presenza non è più richiesta perché gli organizzatori hanno deciso di eliminare il francese come lingua di lavoro per contenere i costi. A questo punto cosa succede?

Propongo tre soluzioni, voi quale votate?

A) Non succede niente. Amici come prima con l’agenzia e il 15 novembre ne approfitto per fare una gita fuori porta

B) Mi arrabbio con l’agenzia e mi impunto perché l’incarico venga confermato

C) Mi affretto a chiamare il cliente che mi aveva offerto le tre giornate di lavoro pretendendo che mi “restituisca” l’incarico

A me non piace nessuna delle tre ipotesi e ne suggerisco un’altra. Innanzitutto occorre precisare che in una situazione come quella proposta ho già fatto un investimento sull’incarico del convegno sulla pesca in quanto:

  • ho rinunciato ad un altro incarico, per giunta più remunerativo, che non posso più recuperare (se non creando il medesimo problema ad un altro collega, che vedrebbe il suo incarico cancellato)
  • ho passato il mio tempo a prepararmi per quel convegno, tempo che avrei potuto utilizzare in altre attività e che non mi sarà pagato da nessuno

Di conseguenza è sacrosanto, in una situazione di questo tipo, pretendere che venga versato un compenso anche in caso di cancellazione dell’incarico. Per questo è fondamentale prevenire queste situazioni spiacevoliinserendo sempre e con estrema chiarezza nella lettera d’incarico o contratto che si sottoscrive con un cliente i termini di cancellazione. Di norma questi termini sono progressivi. Ciascuno può stabilirli a seconda della propria organizzazione personale, ma ecco un esempio:

  • Compenso al 100% in caso di cancellazione entro 4 giorni dall’inizio dell’incarico
  • Compenso al 50% in caso di cancellazione entro 10 giorni dall’inizio dell’incarico
  • Compenso al 30% in caso di cancellazione entro 20 giorni dall’inizio dell’incarico

Avete avuto disavventure di questo tipo? Come vi siete comportati e come ha reagito il vostro cliente?

Emanuela Cardetta
Emanuela Cardetta

Sono un’interprete di conferenza e traduttrice di italiano, inglese, francese e slovacco. Il mio lavoro è aiutare persone che non parlano la stessa lingua a comunicare tra loro in maniera efficace.

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