Qualche giorno fa mia mamma mi ha raccontato una storia che mi ha fatto molto ridere. Recentemente è andata a trovare uno zio anziano che non vede molto spesso. Quando lo zio ha chiesto notizie di me, gli ha raccontato del mio lavoro e la prima domanda che lo zio le ha fatto è stata: “Ma allora porta una divisa?”. Non so quale ragionamento lo abbia portato a questa deduzione, ma devo riconoscergli il merito di avermi fatto venire l’idea di questo post, che riguarda appunto il tipo di abbigliamento che dovrebbe usare un’interprete in servizio. Uso volontariamente l’apostrofo perché mi concentrerò solo sull’interprete donna.
Partiamo dal presupposto che un’interprete viene chiamata a un evento per svolgere un ruolo molto preciso: facilitare lo scambio tra persone che non parlano la stessa lingua, quindi dovrebbe avere un’immagine professionale e discreta. Questo principio vale soprattutto quando lavoriamo in consecutiva o chuchotage, quindi consapevoli dal principio del fatto che saremo su un palco o comunque di fronte a un pubblico. Tuttavia, dovrebbe essere seguito anche quando lavoriamo in simultanea perché, anche se è probabile che saremo quasi sempre rintanati in cabina, arriverà prima o poi il momento della pausa caffè o potrebbe succedere che a causa di un problema tecnico saremo chiamati a fare chuchotage o consecutiva in sala. Ecco, in quella situazione, non è il caso di presentarsi in infradito.
Ma qual è l’abbigliamento più opportuno? Nel 90% dei casi un classico tailleur (sia gonna che pantaloni) con delle scarpe eleganti sono sempre la risposta giusta, ma vanno benissimo anche soluzioni simili. Qualche anno fa ho lavorato in un’azienda di abbigliamento e quando sono arrivata sul posto ho chiesto alla signora dell’accoglienza indicazioni per la sala precisando che ero l’interprete e lei mi ha detto: “Si vede, è proprio vestita da interprete”. Avevo un tailleur molto classico, quindi direi che ci ho preso 🙂
Detto questo, però, ci sono contesti inusuali in cui il classico tailleur potrebbe non essere la scelta giusta. Ad esempio (e qui cito situazioni reali): cantieri, discariche, fabbriche, spiagge, barche, rifugi di montagna… In questi luoghi è meglio privilegiare la praticità, ma sempre cercando di mantenere un’immagine sobria. Per non sbagliare, chiediamo al cliente o all’agenzia il luogo e le condizioni esatte dell’evento e certamente sapremo qual è l’abbigliamento più adeguato.