L’interprete volontario

Uno degli aspetti più gratificanti del lavoro dell’interprete è la possibilità di aiutare gli altri in maniera tangibile: dando loro la possibilità di comunicare con chi non parla la loro lingua. Questo aspetto “solidale” del lavoro dell’interprete assume una valenza ancora più marcata quando decidiamo di farlo a titolo gratuito, ossia come volontari.

Fare l’interprete volontario vuol dire rendersi disponibile a svolgere un incarico come interprete senza ricevere un compenso economico: insomma, lavorare gratis. MA ATTENZIONE: fare volontariato non vuol dire accettare qualsiasi condizione ci venga proposta, e men che meno accettare di essere sfruttati.

Ci sono infatti alcuni paletti che non dovrebbero mai essere superati. Ecco i miei.

  • Come interprete volontaria posso offrire il mio servizio a chi non può permettersi di pagarlo alle normali condizioni, in particolare ad organizzazioni che operano a livello sociale o umanitario di cui condivido la causa, ma non ad aziende con finalità di lucro (che invece dovrebbero pagare per tutti i servizi di cui usufruiscono, compresi quelli relativi all’interpretazione)
  • In quanto volontaria, non sono mai obbligata a svolgere un incarico: deve essere una mia libera scelta
  • Quando accetto un incarico come interprete volontaria mi aspetto un rimborso spese per i costi di trasporto, vitto e alloggio (in modo tale da non rimetterci di tasca mia)
  • Rinunciare al compenso non vuol dire che l’incarico non debba essere preso sul serio come qualsiasi altro. In altre parole, mi sento comunque in dovere di prepararmi adeguatamente e di tenere un comportamento professionale e se non credo che l’incarico sia alla mia altezza non lo accetto
  • Quando lavoro come volontaria mi aspetto (e verifico) che tutti gli interpreti che intervengono siano volontari: non è possibile che alcuni siano remunerati e altri no
  • I lavori pagati hanno la precedenza su quelli su base volontaria, quindi non devo sentirmi in colpa se sono costretta a disdire la mia partecipazione (ammesso che lo faccia con un adeguato preavviso)

Stabiliti questi paletti, quando mi è possibile, sono felice di poter offrire il mio contributo come volontaria, e quando mi capita di farlo ho sempre la netta sensazione di ricevere molto di più rispetto a ciò che dò.

Quali sono i benefici derivanti dall’attività di volontariato come interprete?

  • La sensazione di sentirsi utile e di aiutare gli altri, mettendo a disposizione il proprio tempo e le proprie competenze
  • Fare l’interprete su base volontaria è un ottimo modo per muovere i primi passi sul mercato dell’interpretazione in un contesto reale (in particolare questo vale per i neolaureati), ma in qualche modo protetto, spesso al fianco di colleghi con più esperienza
  • E’ un’ottima occasione per allargare la propria rete di contatti, conoscendo colleghi che magari potrebbero coinvolgerci in futuri lavori
  • E perché no, è una possibilità di acquisire nuovi clienti, visto che non è detto che chi usufruisce di interpreti volontari non abbia in futuro bisogno di interpreti regolarmente remunerati

E voi avete esperienze come volontari nel mondo dell’interpretazione o nel vostro campo di specializzazione?

Fotografia tratta dall’edizione 2019 del Festival Sabir di Arci (account Twitter @FestivalSabir)

Emanuela Cardetta
Emanuela Cardetta

Sono un’interprete di conferenza e traduttrice di italiano, inglese, francese e slovacco. Il mio lavoro è aiutare persone che non parlano la stessa lingua a comunicare tra loro in maniera efficace.

Chi sono
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