Che cosa rende un incarico difficile per un interprete?

Capita spesso che, chiacchierando con amici e/o colleghi interpreti, si parli di un incarico di interpretazione in programma e la maggior parte delle volte salta fuori la domanda del tipo: “Il lavoro di domani sarà difficile?”. E’ una domanda che mi fa sempre sorridere perché in realtà, quando rispondo mi sembra sempre di fare i pronostici sui risultati delle partite di calcio, un po’ come si faceva con la schedina del totocalcio (lo so, questo riferimento al totocalcio mi farà apparire proprio una boomer).

Come interpreti il nostro compito è prepararci al meglio possibile, cercando di ottenere tutte le informazioni, sia lessicali che di contesto, che possono aiutarci a prevedere le difficoltà che incontreremo e ad approntare delle strategie adatte. Tuttavia, persino i convegni di cui abbiamo esperienze pregresse, pur essendo in una certa misura più “prevedibili”, perché abbiamo già un’idea abbastanza chiara delle tematiche che saranno toccate e dello stile oratorio di alcuni relatori, è impossibile prevedere che piega prenderà la discussione: l’imprevisto è dietro l’angolo e noi interpreti siamo continuamente chiamati a improvvisare, in balia dei relatori (qui facevo un paragone tra l’interprete e un musicista jazz che fa improvvisazione).

Ma quali sono i fattori che rendono un lavoro di interpretazione difficile? Come sempre, la risposta non è univoca, perché la percezione del livello di difficoltà è strettamente legato all’esperienza: se non abbiamo mai fatto da interprete a un convegno di medicina, il primo che faremo ci sembrerà molto difficile. In generale però, i fattori di difficoltà più comuni possono essere:

  • la quantità di informazioni ricevute in anticipo: fattore sempre discriminante che permette all’interprete di canalizzare al meglio la preparazione e avere a disposizione tutti gli elementi lessicali e contestuali necessari al buon svolgimento dell’incarico
  • la tecnicità della tematica: un convegno tra ingegneri sui sistemi di funzionamento delle pompe idrauliche richiederà una preparazione lessicale molto più approfondita rispetto alla presentazione di un libro ad un festival letterario
  • la conoscenza pregressa della tematica: come si diceva prima, più esperienza si ha in un determinato ambito, più sarà semplice tradurre gli interventi dei relatori, ragione per cui gli interpreti tendono a specializzarsi in determinati ambiti
  • le condizioni del suono: sembra scontato, ma sentire bene i relatori è fondamentale. Questo fattore è diventato particolarmente evidente da quando è esplosa l’RSI, ossia l’interpretazione simultanea a distanza
  • la delicatezza del contesto: tradurre a un raduno informale di tatuatori non causa la stessa pressione che l’interprete percepirà quando traduce in diretta TV o a un vertice bilaterale tra alti rappresentanti di due Stati
  • la delicatezza della tematica: oltre a essere interpreti professionisti, siamo esseri umani e, come tali, alcuni temi possono urtare la nostra sensibilità. Ad esempio, tradurre relatori che discutono di temi etici sensibili come il fine vita o l’aborto possono risultare emotivamente difficili da gestire
  • la modalità di eloquio: tradurre relatori che leggono velocemente un testo scritto, a maggior ragione se non consegnatoci in precedenza (ne ho parlato in questo post), sarà più difficile di tradurre interventi a braccio
  • la collaborazione tra i colleghi: altro fattore cruciale. In cabina gli interpreti sono una squadra (ho parlato dei benefici del lavoro di squadra in questo post), e come tale, sono chiamati ad aiutarsi al fine di fare la miglior prestazione possibile. Questo vuol dire, nella pratica, cose come dare il cambio al collega quando ne ha bisogno o dare un suggerimento su un termine che in quel momento gli sfugge.

Il compito di un interprete è sempre e comunque lavorare al meglio delle sue capacità, preparandosi e mettendo a disposizione la sua esperienza. Tuttavia, conoscere i fattori che possono rendere il suo lavoro più difficile al fine di evitarli o quantomeno limitarli, può fare la differenza: messo nelle migliori condizioni possibili, l’interprete sarà in grado di offrire un servizio di qualità, a beneficio di tutti.

Emanuela Cardetta
Emanuela Cardetta

Sono un’interprete di conferenza e traduttrice di italiano, inglese, francese e slovacco. Il mio lavoro è aiutare persone che non parlano la stessa lingua a comunicare tra loro in maniera efficace.

Chi sono
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